“Andare sulla luna, non è poi così lontano. Il viaggio più lontano è quello all’interno di noi stessi”.
(Anaïs Nin)
Per quanto riguarda lo stile relazionale dei genitori e lo sviluppo dell’identità, c’è da dire preliminarmente che in uno dei miei post, basati sulla mia esperienza professionale come Consulente familiare a Roma in zona nomentana, ho portato l’attenzione sul processo di formazione dell’identità personale poiché è lecito chiedersi quale sia il ruolo di quel complesso intreccio di relazioni familiarie in particolare il ruolo dello stile personale con cui i genitori entrano in relazione con i figli adolescenti che permette di favorire la competenza sociale e il processo di sviluppo dell’identità.
I lavori sviluppati in quest’ambito hanno rilevato, nel comportamento dei genitori, quattro diverse linee di tendenza che definiscono altrettanti stili educativi a cui corrispondono specifiche caratteristiche sia dei bambini sia degli adolescenti.
Genitori che adottano uno stile autorevole fondato sulla compresenza di richieste e di sostegno, sono quelli i cui figli, nell’adolescenza, appaiono più competenti, capaci di monitorare le proprie emozioni e meno soggetti alla devianza, diversamente dagli autoritari, permissivi o rifiutanti.
Si tende a ritenere che, almeno per una certa parte e in assenza di eventi che modifichino l’assetto familiare, lo stile genitoriale e il clima che essi sono in grado di creare mantenga una certa stabilità nel corso dello sviluppo dei figli, pur con alcune variazioni nell’adolescenza, fase in cui le madri tendono sia ad esercitare un maggiore controllo nei confronti dei figli sia a ridurre le proprie manifestazioni esplicite di affetto.
Lo stile genitoriale esercita un’importante influenza anche sullo sviluppo dell’identità personale.
Da una ricerca condotta su un ampio campione rappresentativo di adolescenti italiani di età compresa tra i 14 e i 19 anni sono emerse, dalle descrizioni effettuate dai ragazzi stessi, tre stili genitoriali, correlati con lo sviluppo dell’identità nelle sue dimensioni di concetto di sé, sfera affettivo-sessuale, sistema di valori e autonomia.
Una prima tipologia quella del genitore relazionato il cui obbiettivo è la crescita autonoma delle motivazioni del figlio, identifica quei genitori capaci di capire i punti di vista o le richieste dell’adolescenti, di prendere in considerazione le sue proposte, apprezzarne i contributi, fornire consigli, senza imporre le proprie ragioni.
Il genitore autocentratotende, invece, a restare fermo sulle proprie posizioni, nella convinzione di possedere migliori strumenti per comprendere quale sia il bene dei figli e per stabilire le regole alle quali si deve obbedienza e rispetto. Il genitore evasivo appare spesso arrabbiato o deluso e psicologicamente assente.
I dati della ricerca indicano come lo sviluppo dell’identità adolescenziale nelle sue articolazioni di concetto di sé, di maturazione affettivo-sessuale e di costruzione di valori e di prospettiva futura venga favorita dalle modalità attuate dal genitore relazionato che, diversamente da quelle proprie dei genitori autocentrati ed evasivi, consentono l’elaborazione cognitiva e la maturazione consapevole delle esperienze.
La dimensione dell’autonomia, intesa come propensione a conquistare spazi di indipendenza dalla famiglia, non appare connessa all’atteggiamento dei genitori, ma sembra seguire percorsi diversi.
L’importanza del ruolo dei genitori, rispetto a quello svolto dai coetanei o da altre persone significative, viene ribadito anche nelle ricerche che hanno preso in esame alcune circostanze difficili o particolari nelle quali possono trovarsi i figli preadolescenti, come ad esempio una malattia fisica o problemi psicologici.
In questi casi il sostegno nelle sue dimensioni di attenzione, affetto e incoraggiamento da parte dei genitori (o almeno da parte di uno solo dei due genitori), svolge un insostituibile ruolo protettivo riducendo l’effetto negativo di eventi di vita delicati o difficili e si configura come un fattore decisivo nello sviluppo della capacità dell’adolescente di far fronte ad eventi stressanti.
Tale funzione protettiva si può concretamente esprimere attraverso le funzioni di potenziamento dell’autostima, soprattutto nelle condizioni in cui il figlio debba confrontarsi con un proprio fallimento; l’appoggio diretto e la vicinanza in situazioni stressanti, la stabilità del rapporto affettivo al variare delle circostanze.
Sebbene spesso l’opinione comune sulle relazioni tra genitori e figli nell’adolescenza induca a ritenere che esse siano caratterizzate da conflitti profondi e gravi, i dati di diverse ricerche interculturali, condotte attraverso interviste realizzate in 10 paesi europei ed extraeuropei, tendono a smentire l’idea che la maggioranza degli adolescenti nutra insoddisfazione verso i genitori.
Pur senza negare l’esistenza di conflitti solo un 10% dei ragazzi intervistati riferisce di avere rapporti deteriorati con i genitori contro un 75% che si identifica con loro e ne percepisce la vicinanza affettiva.
Per comprendere questa tendenza generale che ridimensiona il peso del conflitto occorre considerare i contenuti su cui esso si manifesta.
I temi su cui vertono le divergenze tra genitori e figli preadolescenti e adolescentinon sembrano molto cambiati rispetto al passato e continuano a riguardare le questioni quotidiane, quali gli orari, il contributo all’organizzazione familiare, l’impegno nello studio, le relazioni con gli amici che richiamano problemi connessi essenzialmente ai livelli di responsabilità e agli spazi di autonomia.
Su temi importanti quali i valori dell’istruzione, quelli morali e sociali, e, in parte, quelli politici o relativi alla gestione del denaro e delle scelte sentimentali, il livello di congruenza tra genitori e figli è invece molto o sufficientemente elevato.
Nonostante l’importanza delle relazioni familiari fin qui descritte, occorre sottolineare che dai molti lavori che negli ultimi anni hanno cercato di isolare l’effetto specifico dello stile autorevole o delle influenze dei genitori, rispetto ad altre variabili quali ad esempio le variabili genetiche, le relazioni tra pari e l’ambiente sociale, sembra legittimo concludere che lo sviluppo adolescenziale è un complesso intergioco di fattori in cui le influenze familiari e non familiari giocano tutte un ruolo importante.
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