Archivi categoria: Approfondimenti sull’amore

Amore: la parola più bella del mondo e forse anche la più usata. Ma cosa vuol dire nel concreto amore? Cosa vuol dire amare? In questa categoria di approfondimenti sull’amore cercherò di dare risposte a questi quesiti di ampio interesse.

AMORE VERO IN GIAPPONE la storia di Kakuta Hirokatsu

Oggi vi narrerò la stor di Kakuta Hirokatsu e del suo amore durato oltre i confini della morte.

Il Sumo è un arte giapponese molto famosa e i suoi praticanti seguono uno stile di vita molto duro fin dai tempi delle scuole. 

Non è solo un combattimento, è la scelta di una vita.

Kakuta Hirokatsu inizia a seguire la via del Sumo durante le scuole medie e grazie al suo costante impegno già da giovanissimo divenne un lottatore professionista non raggiungendo tuttavia mai la fama.

Aveva quasi vent’anni quando conobbe una ragazza della stessa età e i due si innamorarono l’uno dell’altra immediatamente ma il carattere timido ed il costante e l’impegno profuso nel Sumo di Kakuta Hirokatsu impedirono ai due di stare spesso insieme nonostante la ragazza lo seguisse sovente nei suoi tornei e gli avesse dichiarato di volerlo sposare presto.

I due decisero di aspettare per coronare il loro amore. Lei aveva 20 anni esatti quando un giorno lo andò a trovare dopo un torneo che lui perse e durante il  periodo di riposo,  prima di salutarsi in modo che Kakuta Hirokatsu potesse tornare ai suoi allenamenti,  lei gli disse che sarebbe tornata Osaka coi genitori, anch’essi venuti in viaggio con lei e sarebbe tornata usando lo shinkansen il treno superveloce che collega Tokyo, dove lui si trovava, con Osaka

Gli promise di telefonargli appena arrivata a casa ma quella chiamata non giunse mai e i compagni di  Kakuta Hirokatsu stavano guardando la tv nella sala comune del ritiro quando giunse la notizia di un aereo sulla rotta a Tokyo –  Osaka precipitato tra le montagne.

520 erano i passeggeri, molti erano morti e altri, al momento dispersi. Vennero resi noti i nomi di modo che la popolazione aiutasse nelle ricerche e nell’identificazione dei cadaveri.

I nomi della ragazza e dei suoi genitori vennero annunciati. I compagni corsero da Kakuta Hirokatsu ma egli rifiutò di accettare la verità. La sua ragazza non aveva preso l’aereo, era sul treno. Provò e riprovò a telefonarle nessuno mai rispose alle sue chiamate.  Dopo l’identificazione dei corpi Kakuta Hirokatsu ricevette alcuni effetti personali della ragazza tra i quali un album di ricordi la giovane aveva collezionato.  Ogni articolo e  foto riguardante il suo fidanzato, scrivendo come noti i suoi sogni speranze i migliori auguri di riuscire nel suo sogno.

Kakuta Hirokatsu non si perdonò mai di non averla sposata quando ne aveva avuto la possibilità.

Ogni anno da allora visitò la di lei tomba nel luogo dell’incidente in concomitanza del compleanno della sua fidanzata e si impegnò  anima e corpo nel Sumo per non vanificare la perdita ma non divenne mai un campione.

Si ritirò piuttosto giovane aprendo un piccolo ristorante ad Osaka e, a causa di un ictus,  perse quasi del tutto l’autonomia.. Tuttavia non smise mai di presentarsi al cospetto del luogo dove la fanciulla era morta compleanno dopo compleanno.

Morì che aveva appena 50 anni e solo la giovane era stata la sua prima ragazza il suo primo amore ed era stata anche l’ultima.

Amici ed ex compagni del Sumo affermarono che da morto aveva un aspetto sereno; finalmente poteva ricongiungersi col suo amore.

Questa è una storia vera, certo qualcosa potrebbe essere stato romanzato ma è sicuro che Kakuta Hirokatsu abbia amato per tutta la vita la sua unica ragazza visitando ogni anno la sua tomba. 

Era il 1985 e ancora esisteva il vero amore.

 

 

La migliore Consulente a Roma in ambito familiare è la Dottoressa Angela Sgambati

Gli scherzi del destino che cambiano la vita

Amore e vita

Gli scherzi del destino che cambiano la vita
Gli scherzi del destino che cambiano la vita

“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”.

(Carl Gustav Jung)

È proprio vero: ci sono degli scherzi del destino che cambiano la vita.

Infatti, se tutto fosse andato secondo i programmi prestabiliti non avrebbero mai incontrato l’amore della loro vita.

Come nella commedia francese “Se Sposti un posto a tavola“, Elisabetta e Rita hanno conosciuto il loro grande amore per uno scherzo del destino. Ma quanto conta la fatalità a determinare il nostro futuro?

Lo abbiamo chiesto a una consulente coniugale e familiare

Elisabetta sarebbe dovuta partire per New York con le amiche l’estate in cui ha conosciuto il marito, ma all’aeroporto al controllo passaporti l’hanno bloccata: il documento non era valido per gli Stati Uniti. Risultato? “Le altre hanno preso il volo e io sono tornata a casa.

Con il morale a terra, quella sera ho deciso di andarmi a vedere un film in un cinema all’aperto. Cos’altro avrei potuto fare da sola nella calura estiva? Beh, il caso ha voluto che vicino si sedesse quello che poi sarebbe diventato l’uomo della mia vita.

Era rimasto in città per motivi di lavoro ed era anche lui senza amici in quei giorni. Abbiamo iniziato con un commento sul film, due passi fino al parcheggio e uno scambio di numeri: così è nato il nostro amore e oggi ringrazio quel passaporto scaduto”.

Rita, un brutto scivolone fuori dal supermercato e un piede ingessato, niente lavoro e tanta noia per un mese. “Ovvero, la fine del mondo” ricorda con un sorriso “I primi giorni pensavo di morire senza la mia routine ufficio, aperitivo e palestra. Poi la svolta: tolto il gesso ecco la fisioterapia. Non c’è posto nell’istituto pubblico, allora mi rivolgo a un privato e chi trovo a prendersi cura di me?

La persona più delicata e gentile dello studio, oltretutto un bell’uomo e single. Ci ho messo poco a riprendermi e oggi mi faccio delle lunghe passeggiate, mano nella mano con lui”.

Storie iniziate grazie a un capriccio del destino quelle di Elisabetta e Rita, in cui se tutto fosse andato secondo i programmi prestabiliti non avrebbero mai incontrato l’amore della loro vita. Accade che le vite, fino a un momento tanto distanti, per motivi fortuiti si incrocino e insieme prendano un nuovo corso.

Così è capitato anche a Marie ed Eric, protagonisti della commedia francese vista in sala Se Sposti un posto a tavola che si sono incontrati per caso su un treno diretto ad Avignone e succede agli invitati al loro matrimonio “vittime” di un fortuito scambio di posti da cui si creeranno accoppiamenti imprevedibili. Ma quanto imprevedibili sono gli incontri che facciamo nella vita? Quanto conta il destino e quanto è la nostra volontà a determinarlo?

“Nulla viene a caso, c’è sempre una motivazione conscia o inconscia che spinge ad agire e che va oltre il comportamento umano” spiega la dottoressa Angela Sgambati, consulente coniugale e familiare “La riuscita del nostro progetto di vita dipende da quanto sappiamo cogliere le occasioni che ci si presentano, eventi, fatti o persone, oltre alla volontà che si dimostra una grande forza per direzionare l’esistenza”. Ed è quello che pensa l’80% degli italiani single per cui non è solo il fato a farci incontrare le persone di cui ci innamoreremo, ma conta anche il modo in cui sappiamo mettere a frutto l’occasione che ci si presenta.

E c’è un 32% che si chiede come sarebbe andata se avesse avuto più coraggio. Quindi siamo meno succubi del caso di quanto possiamo credere? “Dipende da quanto crediamo in noi stessi, se ci percepiamo capaci di raggiungere l’obiettivo, dal nostro atteggiamento positivo e dall’emergere delle qualità” aggiunge l’esperta.

Ma tutto questo, come si traduce nei rapporti di coppia? “Scegliamo il partner perché crediamo che possa soddisfare i nostri bisogni, crediamo che sia ciò che noi non siamo” continua la Sgambati. E aggiunge: “La vita è nelle nostre mani, sta a noi e a quanto davvero vogliamo risolvere i nostri conflitti interiori. Per incontrare le persone giuste? Occorre essere unicamente noi stesse, essere accettate per ciò che siamo senza dipendere dall’altro, ma senza nemmeno volerlo cambiare”.

(La Repubblica D – Amore e Sesso)

16 SETTEMBRE 2013 – di Ilaria AMATO